Giù il cappello allora: iI risultato finale premia sì il talento dei singoli, ma ancor di più la compattezza e l’equilibrio del gruppo di Deschamps. Sin dal primo giorno la sua truppa ha marciato con la costanza di un rullo compressore. Una macchina pressoché perfetta: due vittorie alle prime due uscite, un pari insignificante contro la Danimarca al termine della fase a gironi a qualificazione acquisita; la severa lezione impartita all’Argentina agli ottavi, la pratica uruguagia liquidata ai quarti, e infine il cinismo che ha spazzato via le due più talentose del mazzo, prima il Belgio e quindi la Croazia all’ultimo atto.
Ai francesi novanta minuti sono sempre stati sufficienti per risolvere le contese. Lo stesso non si può dire dei croati che hanno raggiunto la finale facendo ricorso per due volte ai rigori prima contro danesi e successivamente i russi, per poi chiudere ai supplementari la semifinale con…
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