Nel cupo sud del ‘500 visse Isabella Morra, una delle voci più originali della lirica dell’epoca.Erano i tempi in cui Francia e Spagna si contendevano il “mondo” e la guerra tra Francesco I e Carlo V insanguinava l’Europa.
A Valsinni, nella parte più interna della Basilicata, viveva, nel suo castello che a tutt’oggi è perfettamente conservato, un piccolo barone, Giovan Michele Morra, che, avendo sposato la causa della Francia, si ritrovò tra i vinti e dovette riparare a Parigi.
Era il 1528.
Nel feudo rimasero la moglie e i sette degli otto figli, tra cui Isabella, nata nel 1520.
In quella natura aspra e ostile, tra gente, familiari compresi, che non la comprendeva, Isabella, cresciuta leggendo il Petrarca e i classici, trovò rifugio nella scrittura e la sua poesia, spesso violenta, risentita e amara, fu per lei l’unica evasione possibile da quelle cupe mura che ne vedevano sfiorire la giovinezza.
View original post 782 altre parole