
Che pace a Sibari e camminare nella piana fra aranceti e girasoli, guardare il grano, gli eucalipti, le pecore, le bufale che anche oggi potrebbero mantenere la grande città di duecentomila abitanti scomparsa, cancellata dall’acqua del Sibari e del Crati, lei che aveva mura lunghe undici chilometri, vasta cinquecento ettari. Non c’è più Sibari, ma c’è ancora l’incanto che la circondava, ci sono la terra, l’acqua, il cielo, i vapori d’argento che a sera stanno a segno del golfo tra il mare blu intenso e le valli boscose che scendono dal Pollino alle luci dorate della piana, alla sua dolcezza raccolta, da cui nasce va la promessa dei vecchi sibariti «mai lontani da questa città». Era proprio qui Sibari la grande.
(Giorgio Bocca)
Foto scattata da Plataci (Cs)
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