Anna Lombroso per il Simplicissimus
Chissà se qualcuno ricorda una delle più sfrontate lezioni di realpolitik, impartita da Blair quando dichiarò che in Iraq c’erano stati abusi, crimini, errori, “cose che non si dovevano fare”, ma grazie alla democrazia, venivano riconosciute e la gente poteva lamentarsene. Abbiamo capito che anche gli ultimi arrivati al governo hanno appreso l’insegnamento, quando Luigi Di Maio a Taranto ha “messo la faccia” come avrebbero detto quelli del Pd e ha fatto qualche pubblica ammissione di sbagli commessi e ritardi. Si tratta di atti certamente lodevoli che starebbero a dimostrare la crescita della sua statura di statista come ha prontamente rilevato qualche entusiasta commentatore deliziato dalla sua “ compostezza, irriducibilità e anche un rigore sconosciuti”.
Perché invece restano però tutti gli interrogativi in sospeso, resta la sostanza della tragedia, resta quella pesante eredità che dimostra la riluttanza del nuovo a scardinare l’immondo edificio criminale…
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Come si può dimenticare
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