Nel mondo, all’improvviso, arrivò una crisi, una crisi profonda, un’onda. Tutti si trovarono senza inizi. Un giorno, non si sa bene quale, arrivò un uomo e si sedette su di una panchina, di un piccolo parco, di una grande città. Senza alcun motivo alcune persone si misero in fila, come quando si è in fila alla posta; solo che qui non c’era nulla da spedire, solo parole da ricevere come cartoline, che non hanno una foto, un indirizzo, una fine. Cartoline per iniziare. Il primo che si sedette accanto a lui sembrava un capo, perché fece un gesto con il capo per mandare via gli altri. Aveva una tavola da surf in mano.
– Lei è surfista?
– No, sofista!
– Ah, io aspetto l’onda.
– Anch’io.
– Conosce Hokusai?
– Di vista!
Il venditore di incipit, prima che venisse a conoscenza di diventare il venditore di incipit, qualche anno fa, ebbe delle situazioni, diciamo “particolari”, non causate da sue decisioni, si potrebbe dire “da eventi esterni”, più grandi di lui, da cambiargli radicalmente le sue abitudini di vita, da mettere la parola “fine” su alcune di esse. Forse.
Quindi, decise immediatamente di entrare in una biblioteca: voleva farla franca.
Un giorno il suo migliore amico, di nome Beppe, gli chiese:
– Hai letto l’incipit di quel libro là?
– Che cos’è l’incipit?
– L’inizio.
– Ah! Però… E cosa dice?
– È di Paul Valery, tout commence par une interruption.
Tutto incomincia da una interruzione.
(Il Venditore di incipit)
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.
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