Fa denaro a palate. Infilandosi nell’economia legale. Nel tessuto economico. Come la vera imprenditoria. Solo che è marcia. Violenta. Deviata. È l’’ndrangheta 2.0 del nuovo millennio che, alla droga e alle armi, preferisce il business delle pescherie, dei porti marittimi, delle auto rubate, delle lavanderie industriali, dei prodotti vinicoli e caseari, delle discoteche, delle scommesse legali, dei panifici, delle onoranze funebri, dei campeggi, dei reperti archeologici e persino dei centri d’accoglienza dei migranti. Una corsa ai soldi che non conosce confini. E dalla Calabria raggiunge la Lombardia, la Germania, la Svizzera, il Ticino.
Perché, come ha evidenziato la procura di Catanzaro con l’operazione Stige, oggi la ‘ndrangheta non può̀ più̀ essere vista in maniera parcellizzata come un insieme di cosche locali, di fatto scoordinate, i cui vertici si riuniscono saltuariamente (pur se a volte periodicamente), ma come un “arcipelago” che ha una sua organizzazione coordinata ed organi di vertice dotati…
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