Sono passati ormai due anni dall’approvazione della “seconda fase” della riforma Franceschini, e ben quattro dall’avvio dei primi provvedimenti che dettero avvio al riassetto del Ministero, separando le funzioni di tutela da quelle di valorizzazione, con la creazione dei Musei Autonomi e dei Poli Museali Regionali, afferenti a una nuova Direzione Generale dedicata. Alla luce di quanto verificato nel corso di questi anni è dunque possibile formulare alcune riflessioni sui suoi effetti nell’ambito dell’archeologia che oggi si ritrova senza una rappresentanza istituzionale qualificata e specifica a livello di tutela nell’ambito delle diverse strutture centrali e periferiche del Ministero.
La valutazione non è positiva, soprattutto nell’ambito degli uffici preposti alla tutela, in quanto si registra un depotenziamento della capacità operativa sostanzialmente derivante da:
– Mancanza di un modello organizzativo interno che tenga in debita considerazione le specializzazioni, a partire, nelle Soprintendenze, dall’attribuzione delle pratiche, che attualmente tendono a essere assegnate, al…
View original post 977 altre parole
Rispondi